venerdì 8 giugno 2012

Presentazione del Volume: "Facebook, internet e i digital media: una guida per genitori ed educatori"


Paolo Padrini presenta il volume Facebook internet e i digital media

Associazione di Promozione Sociale Scarabeo - Salita Ravazzano Santo n.5
Novi Ligure 09 giugno 2012 10.30
Si può consentire l’utilizzo dei social network come possibile “spazio relazionale” ai nostri figli?
Facebook, internet e i digital media come strumento di conoscenza e riflessione.

Sarà presente l'autore don Paolo Padrini.

Incontro organizzato da
Associazione di Promozione Sociale
SCARABEO

associazionescarabeo.org



lunedì 12 marzo 2012

L'Azione Cattolica di Verona, propone riflessioni sui social network. Partecipiamo!!


Il 25 e 26 febbraio scorsi, un nutrito gruppo di giovani dell’Azione Cattolica di Verona ha affrontato il tema della testimonianza digitale, focalizzandosi sull’utilizzo dei Social Network come luogo di nuova evangelizzazione, analizzandone lo stato dell’arte e ponendosi alcuni interrogativi.  Durante la discussione, più volte l’attenzione è ricaduta su alcuni recenti fatti di cronaca, che raccontano di adolescenti e preadolescenti che fanno un uso smodato e sregolato della rete, pubblicando ad esempio su Facebook stati o foto  personali, noncuranti dei rischi e delle ripercussioni delle loro azioni.

Sono emersi alcuni interessanti spunti di riflessione a riguardo, alcuni antitetici, che vi riproponiamo, ansiosi di sapere che ne pensate.

     È sempre più frequente trovare nei fatti di cronaca, minori in possesso di account personali sui social network. Pare che gli amministratori di facebook non riescano a mettere controlli più severi e rigidi per evitare che si creino account che non dovrebbero esserci. Non si riesce ad applicare una “censura” efficiente, evidentemente gli interessi economici sono troppo elevati.
     Si da sempre la colpa agli altri: è responsabilità di tutti quello che succede nel mondo e anche sui social network.
     Si dovrebbe partire dai luoghi dell’educazione (famiglia, scuola, parrocchia) per creare una conoscenza degli strumenti e riscoprire un sano sistema di valori prima di tutto per chi ha un ruolo formativo e poi per le giovani generazioni, fruitrici della rete.
     Le regole in queste nuove tecnologie vengono influenzate sopratutto dagli utenti e quindi è responsabilità di tutti influenzare gli altri con comportamenti corretti, e influenzando le persone che conosciamo possiamo arrivare anche a dare segnali positivi al di fuori del nostro “ambiente”.
     Il mercato punta sulla “quantità” e non sulla “qualità” dell’utenza di Facebook. Se ci fosse una morale, un’etica ci sarebbero dei vincoli che renderebbero il social network poco appetibile e poco accattivante:meno utenti interessati, meno click, meno soldi per le pubblicità che vi compaiono!
     Ci chiediamo, potrebbe servire abbandonare i social, quindi cancellare gli account da facebook per non alimentare questo sistema deleterio per la società e le generazioni future? O forse dovremmo restare e portare il nostro pensiero e il nostro modo di vivere questo luogo a tutti gli altri che lo vivono, cercando di farne un luogo di comunicazione e condivisione limpida pulita? 

venerdì 10 febbraio 2012

Inizia la rivoluzione degli e-book a scuola....ma sono davvero utili?

La scuola italiana si sta preparando ad una vera e propria rivoluzione.
Dal prossimo anno, infatti, i libri scolastici cartacei dovranno essere obbligatoriamente affiancati da una loro versione digitale in ebook, scaricabarile da internet.

Ecco il passo della circolare:
 La scelta dei libri di testo nelle scuole statali di ogni ordine e grado costituisce rilevante momento di espressione dell’autonomia professionale e della libertà di insegnamento dei docenti e ha ormai trovato una compiuta regolamentazione ad opera della circolare. Le adozioni da effettuare nel corrente anno scolastico a valere per il 2012/2013  presentano una novità di assoluto rilievo, in quanto, come è noto, i libri di testo devono essere redatti in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale) ovvero debbono essere interamente scaricabili da internet. Per l’anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei: i libri di testo in adozione dall’anno scolastico 2008/2009 (in cui ha trovato per la prima volta applicazione la legge n. 169/2008) devono essere sostituiti da testi in forma mista o scaricabili da internet, nel caso in cui siano in forma interamente cartacea”.


ma si tratta davvero di una rivoluzione? Oppure questa scelta porta con sé anche qualche difficoltà?
Riflettiamo ad esempio sul costo dei supporti hardware. Un tablet davvero funzionale, costa dai 500 euro in su (se bastano). Soprattutto un tablet che permetta non solo di leggere un libro come se fosse di carta, ma di interagire con esso, davvero in modo multimediale.

I libri poi, anche on line, saranno davvero economici, oppure le case editrici troveranno il modo di speculare anche sulle versioni on line?

E soprattutto, sarà davvero la stessa cosa studiare su un libro cartaceo oppure su un libro digitale? Quali implicazioni educative, pedagogiche, di apprendimento potranno nascere?
Cosa ne pensate?

martedì 31 gennaio 2012

Contro gli e-book: e voi cosa ne pensate?

Non è la prima voce critica che si pronuncia contro gli e-book, ed a favore dei "tradizionali" libri cartacei.
Però è una voce importante, ed autorevole.
A polemizzare contro i libri digitali è Jonathan Franzen.Ecco cosa ci dice di lui Wikipedia.



Jonathan Franzen è nato il 17 agosto 1959 a Western Springs, una cittadina a pochi chilometri da Chicago (Illinois), ma è cresciuto a Webster Groves, nel Missouri, da padre svedese e da madre statunitense. Ha studiato al Swarthmore alla Freie Universität di Berlino. Vive a New York e parla il tedesco.
Esordisce nel 1988 con La ventisettesima città. Nel 2002 viene consacrato dalla critica con Le correzioni che riceve il National Book Award nella sezione Romanzo e il James Tait Black Memorial Prize per la narrativa.
Pubblica regolarmente racconti e saggi sul New Yorker e su Harper's.
È uno dei compilatori dei lemmi del Futuro dizionario d'America (The Future Dictionary of America2005).
Nel corso del 2007 stringe un accordo con la casa editrice Farrar, Straus and Giroux per il suo nuovo romanzo, ma a causa di ritardi e collaborazioni con giornali e riviste, non completa la prima stesura fino al dicembre 2009[1]. Il romanzo, Libertà(Freedom in originale) è estremamente atteso negli Stati Uniti[2], il Time dedica a Franzen l'onore della copertina[1], ed il volume, incentrato sulla vita di una famiglia del Midwest, esce in libreria il 31 agosto 2010[3].

Una persona autorevole nel campo della letteratura con le idee molto chiare sugli e-book.
“C’è chi ha lavorato duramente per per scivere in un certo modo, esattamente come avrebbe voluto. Ne era così sicuro da stamparlo a inchiostro su carta. Uno schermo dà sempre la sensazione che potremmo cancellare o spostare tutto questo. Per una persona appassionata di letteratuta come me, [il testo in versione ebook] semplicemente non è abbastanza permanente” e per Franzen la permanenza è un concetto importante: “Per i lettori seri è una parte dell’esperienza. Tutto il resto è fluido nelle nostre vite, ma un testo è qualcosa che non cambia”.
E poi c’è una ragione economica: “La tecnologia che mi piace è quella dell’edizione tascabile di Libertà (il suo ultimo romanzo, ndr). Anche se la bagno, funziona lo stesso. E funzionerà tra 10 anni. Perciò non è particolarmente strano che ai capitalisti non piaccia: è un cattivo modello di business”. 
Cosa ne pensate? Gli e-book possono rappresentare davvero una rivoluzione editoriale e soprattutto...pedagogica?

giovedì 12 gennaio 2012

Facebook secondo l'Osservatore Romano: cosa ne pensate?

Secondo l'Osservatore Romano, o meglio un suo giornalista, Facebook avrebbe elementi molto simili al cristianesimo, soprattutto nello spingere gli utenti a non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi.
L'articolo, per come lo inteso io, non tesse lodi sperticate di questo social network, ma ne dà senza dubbio una lettura analitica e positiva.
Cosa ne pensate?
Intanto vi invito a leggere l'articolo... che potrete trovar a questo indirizzo: http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html
Facebook, il social network più popolare al mondo, è dotato di diversi strumenti per il mantenimento e l'arricchimento di un mutuo status amicale, questo è noto. In genere però non ci si domanda come mai le dinamiche di relazione si fondino esclusivamente su feedback positivi (pollici in su, condivisioni) e non prevedano invece opzioni di istantanea disapprovazione. È mai possibile che i creatori del network si siano lasciati ispirare dal più tradizionale, ma a tutti gli effetti attualissimo, principio di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te?
Possibile che le nostre "amicizie" siano reputate tanto fragili da soccombere alla mera intercettazione di un feedback negativo? Perché ad esempio si viene "notificati" solo quando qualcuno ha stretto la nostra o altrui amicizia ma non quando un'amicizia è stata inopinatamente troncata?
Il sistema così concepito ha davvero le sue buone ragioni d'essere. Ragioni che si ispirano appunto al consenso reciproco, al fine di effondere ottimismo nell'uso dello strumento e quindi di esercitare sempre maggiore e positivo ascendente su tutti noi; in sostanza, per aumentare il proprio potere economico. Che cosa ne sarebbe infatti dell'affollatissimo social network se tutti i partecipanti a un tratto cominciassero a venire notificati pubblicamente della perdita di amici?

Continua a leggere l'articolo completo sul link che ti ho indicato sopra. E poi, parliamone qui.

mercoledì 11 gennaio 2012

Pubblicazioni di foto osé su Facebook. Cosa possiamo fare?

Oggi, sul Corriere è apparso questo articolo.
http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_10/10-anni-nuda-su-facebook-minori-internet_16b8ac28-3bc0-11e1-9a5f-c5745a18f471.shtml

Una bambina di 10 anni, di cui ovviamente non si forniscono le generalità, ha pubblicato sul suo profilo di Facebook una foto molto osé.
La cosa ancora più preoccupante è che, do fronte ai commenti degli utenti che suggerivano di eliminare la foto (la foto era visibile a tutti), la bambina avrebbe scritto: "Se la levo, finisce 'sta barzelletta".
Cosa possiamo fare per arginare questo fenomeno purtroppo molto diffuso?

Per quanto mi riguarda la prima soluzione è fare in modo che si rispettino le regole su Facebook. Una bambina di 10 anni NON può possedere un profilo. Questo lo devono sapere sia gli utenti che i genitori stessi.

Ma questo basterà com deterrente? Credo di no. L'unica via, a mio modo di vedere le cose, è quella dell'educazione; l'unica cosa che può funzionare è cercare di far capire ai nostri ragazzi il valore della pubblicazione delle fotografie, e soprattutto il valore del "senso del pudore", inteso nel suo significato più nobile e responsabilizzante...e non solo come indicazione bacchettona...

Occorre far comprendere ai ragazzi che, esporre le proprie foto, significa svelare il proprio io, concedere la propria anima, la propria sensibilità...agli altri. E tale concessione può essere correttamente (e d in modo salutare) intesa esclusivamente all'interno di una relazione sana e responsabile.
Non certamente attraverso un social network.

Occorre poi comprendere che il cosiddetto "senso del pudore", non è una cosa fuori moda, dell'800. E' un concetto importante, che ha a che fare con la nostra dignità e - sostanzialmente - ci aiuta a relazionarsi con il mondo lasciando inalterata la nostra libertà.

I social network, da questo punto di vista, quanto limitano la nostra libertà, magari illudendoci di concedercene molta di più?

Parliamone sul nostro blog.

lunedì 9 gennaio 2012

Facebook dunque...sono!

Su Corriere.it è apparso questo articolo che riporto qui. Mi piacerebbe parlarne con voi e condividere le opinioni in merito.

Buona Lettura

***


Nel 1901 Émile Zola pronunciò la famosa frase: «Secondo me non si può dire di aver veramente visto una cosa finché non la si è fotografata». Oggi circola una battuta analoga: «Se la cosa non è stata pubblicata su Facebook, non è avvenuta». Chi utilizza Facebook, ha molti «amici» sul social network e vi accede parecchie volte al giorno, tende a percepire il mondo inmodo diverso. Siamo sempre più attenti all’impressione che darà di noi una foto su Facebook, all’aggiornamento del nostro profilo o a collegarci.
Mentre scrivo questo articolo in un caffè americano, posso accedere a Foursquare — il social network che permette di condividere la propria posizione geografica —, riportare su Twitter una battuta spiritosa sentita al tavolo accanto e scattare un’interessante fotografia della perfetta schiuma che aleggia sulla superficie del mio cappuccino. È facile: con il mio telefono posso fare in pochi minuti tutto questo e molto altro. E, soprattutto, le mie iniziative avranno un pubblico. Centinaia delle persone a cui sono più vicino le vedranno e qualcuno risponderà con commenti e con un «mi piace».
.....

proseguite la lettura attraverso questo link
http://lettura.corriere.it/facebook-dunque-sono/